Un Punto Verde Qualità incompiuto e degradato
Olgiata. L’inchiesta di “Cinque Giorni” riparte grazie alla segnalazione di un lettore del municipio XX
Un Punto Verde Qualità incompiuto e degradato
La segnalazione che riceviamo e integralmente pubblichiamo ci consente di riaprire la nostra inchiesta sui Punti Verdi Qualità. Infatti il lettore Vincenzo Leli, responsabile di un comitato municipale del Municipio XX, ci segnala un «fatto alquanto increscioso». Il nuovo Punto Verde Qualità dell’Olgiata «è diviso in due parchi: uno è finito – scrive il lettore – ma da più di un anno è ancora chiuso al pubblico, uno invece è ancora a uno stato di degrado che si commenta solamente dal vivo (vedi foto, ndr)». Il resto, le costruzioni, il centro commerciale, con relativo McDonald’s e la palestra è stato costruito ed è funzionale a pieno regime.
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Ombre anche sul PUNTI VERDE QUALITA’ della Bufalotta
Un progetto di 75.000 metri quadri, di cui è stato ultimato solo il primo stralcio di lavori
Ombre anche sul Pvq della Bufalotta
L’esposizione finanziaria del Comune per i mutui concessi e garantiti al 95% da una pesante fideiussione del Campidoglio per i Punti Verdi Qualità, potrebbe a breve divenire una vera e propria bomba finanziaria pronta a esplodere ove gli istituti eroganti, BCC e il Credito Sportivo commissariato, decidessero di vederci chiaro ma soprattutto imponessero il rientro dalle esposizioni finanziarie in sofferenza. Infatti il problema non sta solo nelle anomalie di concessione, nelle fatture gonfiate, nei lavori senza fine dei quali questo giornale sta scrivendo da mesi, ma nel fatto che molti concessionari non stanno pagandole rate del mutuo concesso senza parlare di quelli che a ridosso del fallimento o con i lavori bloccati o perché segnalati all’autorità giudiziaria (Feronia) questi soldi non li restituiranno mai.
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Casal Brunori, cemento in arrivo: cittadini perplessi
MUNICIPIO XII. Discusso in assemblea partecipativa il piano di zona
Casal Brunori, cemento in arrivo: cittadini perplessi
A Casal Brunori sono in arrivo 40 metri cubi di cemento. Con qualche servizio. Il completamento del Piano di zona è stato discusso martedì in sede partecipativa durante i quali i cittadini hanno espresso le loro perplessità. «La densificazione non va demonizzata, perché è una grande opportunità: serve a colmare, a fronte di una mancanza di soldi dell’Amministrazione comunale, i deficit infrastrutturali che caratterizzano ogni area di Roma».
Non deve esser stato facile, per i cittadini e le associazioni di Casal Brunori, martedì intervenute in aula consiliare per discutere delle varianti al Piano di Zona, ascoltare queste parole del Consigliere Municipale Culasso (Api). Come se non fosse bastato lo spostamento del mercato nella vallata e la realizzazione di un Punto Verde Qualità nel parco di fronte, una colata di altri 40mila mc si sta infatti per realizzare nel piccolo quartiere di Casal Brunori.
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Quegli intrecci col parco Feronia
I lavori del Kolbe sono stati affidati alla Edil House 80, società legata alla vicenda “Luoghi del tempo”
Allora si parte. Il punto verde Parco Kolbe è stato finalmente inaugurato (vedi articolo a pagina 2) un pò in sordina visti i tempi che corrono e senza la presenza degli augusti ospiti annunciati qualche tempo fa, sindaco e assessori. C’era solo il presidente del V Municipio Ivano Caradonna, ma tant’è, tocca accontentarsi. Se dovessimo pensare a una spartizione politica dei punti Verdi Qualità, che sicuramente c’è stata più o meno implicitamente, il Kolbe è decisamente un punto in quota alla destra.
Basta guardare alle concessionaria del PVQ “Elementi srl” che vede come socio di maggioranza la Euro Sport, mentre fra gli altri soci spiccano il deputato Claudio Barbaro, ora finiano, e Massimo Frasca a suo tempo vicino all’onorevole Andrea Ronchi. I lavori sono stati invece affidati alla Edil House 80. Ed è proprio qui uno degli aspetti più delicati che getta qualche ombra su Kolbe perché quella società incrocia la vicenda della “Luoghi del Tempo”, ovvero la concessionaria di quel PVQ del Parco Feronia che insieme a parco Spinaceto di Massimo Dolce, Olgiata e Perconti, solo per limitarci a quei PVQ che sono finiti sui giornali, hanno attirato le attenzioni dei magistrati. La Edil House 80 avrebbe emesso fatture per circa 8 milioni di lavori non corrispondenti a quelli effettivamente eseguiti. Ipotesi smentita in nostra presenza da Andrea Munno, l’imprenditore ombra che non appare nelle cariche sociali della Edil ma è di fatto l’imprenditore che ha gestito tutto l’affare Kolbe. Munno, che ha qualche precedente per bancarotta fraudolenta, ci ha assicurato di essere creditore per oltre un milione dell’Ing. Scarrozza, marito di Lucia Mokbel, e di aver emesso nei confronti della “Luoghi del tempi” solo ricevute bancarie successivamente non completamente onorate.
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Pietralata, il miraggio del Punto Verde Qualità
A circa 17 mesi dall’inizio dei lavori il cantiere è sospeso, l’area è degradata e preda di sbandati
Nei mesi scorsi “Cinque Giorni” pubblicò alcuni articoli inchiesta sullo scandalo dei Punti Verde Qualità che nelle intenzioni della giunta Rutelli, nel ‘95 avrebbero dovuto essere aree “di tutela e recupero ambientale del patrimonio pubblico” e un volano per l’occupazione. Oggi quelle aree, dopo i bandi pubblici per l’assegnazione in gestione, equamente spartiti fra destra e sinistra, sono diventate tutt’altro che “parchi curati e attrezzati, con servizi d’interesse aggregativo, ricreativo e sportivo, accessibili in parte gratuitamente e in parte a pagamento”. Ma lo scandalo nello scandalo è che dopo tanti anni alcuni di questi punti nemmeno risultano realizzati.
E’ il caso del parco di via Feronia, a Pietralata, Municipio V. L’area avrebbe dovuto comprendere una struttura sportiva e un parcheggio interrato, oltre a percorsi pedonali con panchine e illuminazione. Invece oggi (vedi foto) i cittadini contemplano una zona abbandonata al degrado, che di notte diventa ritrovo di sbandati e senzatetto. Secondo il progetto del Campidoglio, nell’area doveva sorgere un Punto Verde Qualità affidato a un concessionario, ma a circa 17 mesi dall’inizio dei lavori, molti si lamentano del degrado mentre il cantiere è fermo da mesi.
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Quanto ci costeranno i Punti Verdi?
L
’inchiesta. Il caso di via Feronia è solo la punta di un iceberg. Le anomalie dei lavori al vaglio della procura
Quanto ci costeranno i Punti Verdi?
Le anomalie nell’esecuzione dei lavori del Punto Verde di Feronia erano dunque già ben presenti agli uffici competenti del Comune se, a seguito delle circostanziate rivelazioni di Cinque Giorni sulla possibilità di lavori mai svolti e di fatture gonfiate, già venerdì scorso un comunicato del Campidoglio faceva saper che gli atti relativi alle suddette anomalie erano già stati inoltrati alla Procura della Repubblica. Atto dovuto. Strumentale invece il solito riferimento alla esclusiva responsabilità delle precedenti Amministrazioni che non avrebbero sufficientemente vigilato. Ma gli organismi di vigilanza sul piano di gestione dei PVQ sono stati rinnovati proprio con l’avvento dell’attuale Amministrazione, cioè quasi 4 anni fa. Che cosa ha fatto nel frattempo la giunta Alemanno?
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Punti verdi, Foschi-Valeriani (Pd): a Spinaceto inquietanti illegalità
“Sul tema dei Punti verdi qualità, da quanto emerge, non è più possibile oramai parlare di singole e isolate vicende ma si tratta di un vero e proprio sistema collaudato che il comune di Roma è oggi chiamato ad affrontare, chiarendo i punti che riguardano le sue strette responsabilità”. Non usano mezzi termini Enzo Foschi e Massimiliano Valeriani, rispettivamente vicepresidente della commissione Sport della regione Lazio e presidente della commissione Trasparenza del comune di Roma
Per i due consiglieri del Pd “è proprio per la superficialità della condotta dell’amministrazione di centrodestra al Campidoglio, infatti, che oggi ci troviamo di fronte a una situazione che come ha fotografato la lucida inchiesta di un noto quotidiano, presenta nuovi elementi di preoccupante proliferazione anche nel Punto verde di qualità di Spinaceto. E dopo gli imbrogli e gli intrecci emersi in quello di via Feronia, per il quale il comune è stato costretto ad inviare le carte alla Procura di Roma per le evidenti illegalità, oggi sembrano affiorare inquietanti parallelismi e dinamiche in quello di Spinaceto”.
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Le mani della destra sui punti verde
In quello che fu considerato un “innovativo programma” dell’amministrazione Rutelli non rimane nulla
I punti verde qualità del programma di riqualificazione ambientale proposto già con la giunta Rutelli nel ‘95, avrebbero dovuto essere aree “di tutela e recupero ambientale del patrimonio pubblico” e quello di favorire la nascita di società di gestione che costituiscano un volano per l’occupazione. In una parola: qualificazione e rilancio urbano e sociale. Ma oggi quelle aree individuate, dopo i bandi pubblici, sono diventate tutt’altro che “parchi curati e attrezzati, con servizi d’interesse aggregativo, ricreativo e sportivo, accessibili in parte gratuitamente e in parte a pagamento”. Perché di quel “a pagamento”, si è poi capito che significava “tutto” e che di “gratuitamente” non rimaneva che l’aria o poco più. In quello che fu considerato un “innovativo programma” dell’allora amministrazione comunale, oggi non rimane nei cittadini che la rabbia. In compenso hanno preso piede le attività commerciali, a solo beneficio degli assegnatari: di certi assegnatari.
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Punti verdi, ecco il museo degli orrori
Casi che testimoniano l’approssimazione e il ritardo nei controlli che pregiudicano la realizzazione di opere originariamente immaginate per finalità sociali.
Nel proseguire la nostra odissea fra i Punti Verdi Qualità (PVQ) citiamo oggi alcuni esempi che testimoniano l’approssimazione e il ritardo nei controlli che finiscono per pregiudicare la realizzazione di opere che dovevano avere finalità sociali ed invece si riducono a mere speculazioni su aree che saranno pure marginali e degradate, mapur sempre oggetto di appetiti immobilari.
Spesso i cantieri procedono con lentezza esasperante se non sono addirittura bloccati determinando uno spreco di risorse giustificabile solo con quei finanziamenti a bassissimo costo garantiti al 95% dal comune di Roma. In molti casi l’iniziativa imprenditoriale sfuma inevitabilmente nella speculazione se non peggio e l’impossibilità di alcuni PVQ funzionanti di restituire le rate del muto testimonia piani economico finanziari quanto meno approssimativi e di imprenditorialità discutibile.
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Punti verdi, tutta la storia dal 2006
Ora che il bubbone dei punti verdi qualità (PVQ) è scoppiato dilagando ormai sulle cronache romane di tutti i quotidiani, non è inopportuno ricordare ai nostri lettori i trenta articoli, servizi ed approfondimenti che Cinque Giorni ha pubblicato già dall’autunno del 2010, quando il consigliere regionale del PD Enzo Foschi presentò il suo esposto alla Procura della Repubblica. Già, perché nel bailamme della polemica politica laddove le parti si rinfacciano reciprocamente i torti e le omissioni, non emergono ancora chiaramente le dimensioni di quella che potrebbe essere la truffa del secolo, almeno per la Capitale.
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Pvq, i dolori degli “altri” concessionari
LO SCANDALO – Preoccupazione degli imprenditori non toccati dalle vicende giudiziarie emerse nei giorni scorsi
Era inevitabile che l’associazione dei concessionari dei punti verdi qualità levasse un grido di dolore per i suoi associati e più in generale per tutti i 17 concessionari che gestiscono realtà attive, ma anche per i nove in fase di completamento ed i 16 che hanno già pronti i progetti.
Per i 20 che attendono la delocalizzazzione, ovvero l’assegnazione definitiva dell’area avendo ottenuto la concessione, dubitiamo che si schiuda un avvenire radioso dopo lo scandalo esploso sui pvq. E di questo ha parlato ieri il presidente dell’associazione, Orlando Galimberti, in difesa del progetto originario che voleva riqualificare aree degradate liberando anche spazi verdi al pubblico. Soprattutto ha parlato in nome degli onesti, quelli che non sono stati coinvolti in vicende quali quella dell’imprenditore Massimo Dolce e dell’architetto Fabrizio Volpe.
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LA GRANDE TRUFFA: esplode lo scandalo dei Punti verde
Fatture false a fronte di crediti facili garantiti dal Campidoglio
Una truffa di un milione e trecentomila euro quella che ha mandato ieri in carcere alcuni funzionari e businessman dei Punti verde qualità, a seguito dell’inchiesta che ha portato all’esecuzione di quattro misure di custodia cautelare disposte dal gip Bernadette Nicotra per l’architetto del Comune Stefano Volpe e gli imprenditori Massimo Dolce e Marco Bernardini, mentre agli arresti domiciliari Anna Maria Parisi (architetto dello stesso ufficio).
I due imprenditori sono amministratori di fatto della Maspen Center Sport srl, società concessionaria del Comune per la realizzazione del Pvq “Parco Spinaceto” del quale ebbe modo di scrivere anche questo giornale il 10 gennaio scorso.
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